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										|  |  | 31 ottobre - 15 dicembre Venezia
 Spazio Culturale
 Svizzero
 Orari: lunedì-venerdì
 11-13/15-18,
 sabato 14-18
 
 Inaugurazione
 martedì 30 ottobre
 ore 18.00
 Intervengono: Peter Erismann
 e Domenico Lucchini
 
 
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										|  |  | Ludwig Hohl 
 
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										|  |  | Mostra a cura di Peter Erismann Disegni di Hanny Fries e Roger Montandon
 Fotografie di Jean Mohr e Daniel Vittet
 Filmportrait di Alexander J. Seiler
 Ludwig Hohl (1904-1980), con Robert Walzer e Friedrich Glauser, è uno dei personaggi sconosciuti della letteratura svizzera del secolo scorso. Ha dedicato la sua vita esclusivamente e radicalmente al suo lavoro. La sua opera, al centro della quale si colloca “Die Notizien oder von der unvoreiligen Versöhnung” (Le note), ha plasmato numerosi scrittori quali Max Frisch, Peter Bichsel e Adolf Muschi. Friedrich Dürrenmatt ha scritto di lui: “Hohl è un uomo di pensiero, mentre noi, se consideriamo con attenzione il pensiero, non lo siamo: cediamo al pensiero per dedicarci alla metafora. Hohl è necessario, noi siamo contingenti. Noi documentiamo ciò che è umano, Hohl lo stabilisce.”
 La mostra presenta la posizione di 5 artisti che hanno conosciuto e ritratto Hohl: due disegnatori (Hanny Fries, sposa e amica per una vita di Hohl, e Roger Montandon, artista Ginevrino), due fotografi (Jean Mohr e Daniel Vittet) e un regista (Alexander J. Seiler, che è riuscito a girare nella cantina di Ginevra, poco prima della morte dello scrittore, un ritratto molto personale).
 Volume “Ai margini del vuoto. Ludwig Hohl e l’evocazione delle cose”, edizioni Effigie (2007)
 Con il sostegno di Pro Helvetia
 
 
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										|  |  | 8 novembre Venezia
 Spazio Culturale
 Svizzero
 
 Giovedì 8 novembre
 ore 20.30
 
 
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										|  |  | Armand Schulthess. J’ai le téléphone Hans-Ulrich Schlumpf
 (CH 1974, 53’)
 
 
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										|  |  | Proiezione alla presenza del regista Del mondo dell’artista Armand Schultess (1901-1972), creatore solitario di un parco filosofico, scrittore frenetico di libri sul matrimonio e la sessualità, non rimane quasi niente: pezzi di metallo coperti da testi e scritti enciclopedici (alcuni alla Collezione dell’Art Brut di Losanna,  altri in mano a collezionisti privati) e infine questa testimonianza cinematografica. Documentario di creazione, il filmato di Hans-Ulrich Schlumpf fu realizzato prima della distruzione, nella Valle Onsernone (Ticino), del bosco di castani nel quale Armand Schultess sospendeva coperchi di scatole metalliche agli alberi.
 
 
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										|  |  | 22 novembre Venezia
 Spazio Culturale
 Svizzero
 
 Giovedì 22 novembre
 ore 20.30
 
 
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										|  |  | Il congresso dei pinguini Hans-Ulrich Schlumpf
 (CH 1993, 91’)
 
 
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										|  |  | Proiezione alla presenza del regista Il luogo reale in cui si svolge il congresso dei pinguini è allo stesso tempo il luogo più fittizio della terra in cui si possa stare in piedi su due zampe. Qui, persino gli animali parlano. Questa terra di sogni e incubi si chiama Antartide. In questo deserto di ghiaccio circondato da un mare tempestoso vivono anche qualche decina di esseri umani. Con l’aiuto di strumenti sofisticati osservano i cambiamenti preoccupanti del clima: buco nell’ozono, innalzamento delle temperature...
 Autore di numerosi documentari dal 1974, il regista svizzero Hans-Ulrich Schlumpf ha realizzato il suo primo film di finzione TransAtlantique nel 1983, prima di ripetersi dieci anni più tardi con la parabola ecologica e poetica Congresso dei pinguini.
 
 
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										|  |  | 5 dicembre Venezia
 Spazio Culturale
 Svizzero
 
 Mercoledì 5 dicembre
 ore 20.30
 
 
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										|  |  | Pierre-François Massy «Enfin seul»
 
 
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										|  |  | Concerto jazz contrabbasso solo Dopo aver studiato il contrabbasso con maestri diversi e teoria musicale al Conservatorio di Losanna, e aver suonato con attori, danzatori, cantanti, orchestre di musica classica, ed essersi esibito con formazioni dal duo alla big band, ecco giunta l’ora per un “tête-à-tête”, finalmente solo, con il contrabbasso.
 L’intima performance virtuosistica, su uno strumento tanto ostico quanto affascinante, vede Pierre-François Massy eseguire perlopiù improvvisazioni su piccoli spunti di propria creazione e su composizioni (tutte evidenti omaggi) di Malherbe, Bach e Charlie Haden.
 
 
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